21 aprile 2008

to Darwin


Arrivederci Capitan Cook. Cairns.

3 novembre 2007.
Io, Riccardo e Augusta salutammo Cairns un sabato mattina.
Partimmo a bordo di una Mitsubisci stracarica...ogni angolo era occupato. Provate a pensare ai bagagli di 3 persone ed a tutto l'occorrente. Si parla di fornelletto, frigo, pentole, cibo, materassini, tenda, cuscini, tanica di benzina, ecc ecc.
Ma Susie Lee non sembrava curarsi di tutto quel peso...
La prima destinazione era Darwin, 3000 km a nord ovest dove ci aspettava il resto della ciurma, Deddy, Denis e Oppy.
Il paesaggio iniziale era tutto verde...collinette, prati, pascoli...
La strada era divisa in due carreggiate...be'...normale direte voi...





Mano a mano che ci addentravamo la vegetazione diminuiva...
La strada divento' presto ad una sola corsia asfaltata con terra rossa ai lati... e a tratti niente asfalto, strada sterrata tutta dritta...
Una roadhause con distributore ogni 400-500 km e poi ancora il niente.







Viaggiavamo con una media di 850-1000 km al giorno.
Io e Augusta passavamo le giornate a raccontarcela. Mentre Riccardo... si isolava con le sue cuffie del '84 quando non era impegnato a ricordarci la regola vigente "non si parla al conducente".
Inutile dire che fu lui il pilota per tutti i 3000 km. Mai un segno di stanchezza.
La seconda notte ci accampammo in mezzo al niente... Millepiedi rosso fuoco lunghi 30cm erano ovunque.
Comincio' cosi il mio primo approccio con tende, fornelletti e altro...
Riccardo lamentava sempre di piu' la mia inesperienza...


Qui abbiamo piazzato la tenda.

La vegetazione continuava a diminuire.
Eravamo in mezzo al nulla...
Ma un niente meraviglioso.

"Erano credo le tre di notte quando arrivammo a Katherine, 300 km a sud di DArwin.
Mentre entravamo in citta', ricordo sotto una grande magnolia, una camionetta della polizia e diversi agenti impegnati con un imprecisato numero di aborigeni, mentre altrettanti vi passavano accanto noncuranti della situazione.
Per essere quell'ora sembrava esserci parecchio movimento, anche se oltre ad un distributore di benzina non c'era niente di aperto.
Fu la che andammo a finire con la mezza intenzione di piazzarci da qualche parte per provare achiudere un po' gli occhi.Ma appena scesi dalla macchina il sonno passo'.
La citta' era un formicaio di aborigeni, tanti, tantissimi come non ne avevo mai visti tutti assieme.
DA subito, istintivamente, ebbi come la sensazione di una barriera che si veniva a creare a sottolineare una distanza.
Sembravano diversi.
Poi iniziai ad osservare la situazione che avevo sotto gli occhi: erano sparsi qua e la, dappertutto, chi urlava, chi faceva avanti e indietro attraversando continuamente la strada, chi comunicava comodamente seduto da un albero all'altro distante una ventina di metri, chi rotolava su se stesso o lungo i muri degli edifici per andare a sprofondare in grandiosi sonni da far invidia anche a morfeo, sul marciapiede, sulle aiuole che dividono le carreggiate, su muretti occasionali.

Li osservavo e non avevo dubbi.
Erano i piu' freak che avessi mai visto.
Non ho mai visto nessuno sbattersene le palle a quel modo.
Neanche una ventina di minuti e desiderai ardentemente di diventare uno di loro.

Cristo, sembrava fantastico.
E cosi, mentre mi avviavo ad occupare un' invitante aiuola in mezzo alla strada, mi voltai per comunicare delle mie intenzioni alle ragazze quando, in distanza, vidi un bianco avanzare verso di me.
Andatura irregolare, quasi claudicante, vestiva una canottiera da basket con la scritta CHarlotte numero 78.
Continuava ad avanzare.
Sembrava mi puntasse.
Poi mi arrivo'ad un metro, mi guardo', sguardo fisso, perso nel vuoto:"Do you wanna fight, man??"
Istintivamente feci un passo indietro, mentre gli dicevo "but why??, relax mate, enjoy, let's have a beer later....
"Yeah yeah" mi rispose.
Si allontano'.
ERo talmente rincoglionito che non riuscivo a rendermi conto di niente al che rimontammo in macchina e ripartimmo."
TRATTO DAL BLOG DI RICKY.







Arrivammo a Darwin dopo 3 giorni e mezzo. E ci trasferimmo nella farm di mango dove gli altri ragazzi stavano lavorando.
Un caldo pauroso.
La temperatura stava tra i 42-44 gradi con un credo 100% di umidita'.
Mosche.
Io, Riccardo e Augusta passavamo le nostre giornate tra piscinette naturali, visite in allevamenti di coccodrilli o negozietti aborigeni, serate particolarmente distruttive e non. Oppure semplicemente si stava nella farm abbandonati dall'ozio.
Riccardo entrava sempre di piu' nel personaggio di Johnny Cash.
Aspettammo i ragazzi 10 lunghissimi giorni alleggeriti da una scampagnata di due giorni al Litchfield National Park dove un falo' alla sera accompagnato da spettacolino musicale dei Brothers, Marco e Gabri, completava la giornata passata tra maestose cascate e incontri ravvicinati con serpenti e iguane.


Porto di Darwin.


L'ozio.


Schitarrate.


Croco croco.


Dijiridu.


Florence Falls.


Litchfield National Park.



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