Fiji Islands. Un paradiso. Luogo incontaminato.
Gia' dal primo giorno a Nadi sentii parlare del cosiddetto "Fiji time"... all'inizio non mi era molto chiaro... poi lo capii benissimo, e ne presi subito atto... Nessuna fretta, mai, niente ti corre dietro alle Fiji, niente ti disturba, nulla... pace, silenzio, liberta', relax al massimo... bello questo Fiji time, pensai da subito... proprio mi si addice...
Sono stati otto giorni favolosi... non era quello che immaginavo, e' stato molto ma molto di piu'...
Siamo partiti da Nadi con il Bulabus per raggiungere l'isola piu lontana Tavewa e poi scendere giu' di isola in isola, ogni giorno cambiare, ma restava sempre quella sensazione che qui niente ti puo' raggiungere, niente pensieri, niente preoccupazioni, niente... bastava osservare la gente del posto per capirlo, rillassati, spensierati, non conoscono niente al di fuori della loro spiaggia, del loro mare e delle loro isole... e qui si che puoi veramente "enjoy every moment". Qui lo puoi fare davvero.
Bambini sulla spiaggia.
Nelle sei ore di traghetto le abbiamo ammirate da lontano, i giorni sucessivi le abbiamo vissute.
Arriviamo a Tavewa. Volevamo raggiungere la cima dell'isola, per vedere il panorama. Ma niente cartine. Niente strade. Niente indicazioni. Ci incamminiamo. Troviamo un Fijiano sulla spiaggia e chiediamo informazioni, ci porta davanti ad un varco nelle piante e ci dice "Follow the road". Ok. Ma quale strada? Pensavo almeno ad un sentiero... ma niente... si poteva distinguere la via solo dal fatto che le piante e/o l'erba era un po scostata... Si parte. A tratti era ripido, scivoloso, pericoloso. Ma noi niente, su. Scalzi su pietre, nel fango, sull'erba. Arriviamo in cima, spettacolo. Ci prendiamo il nostro Fiji time... tutti in silenzio, seduti ad ammirare... una cosa e' certa. Da la', in cima, la mente era piu' aperta che mai... volavi con il pensiero. E volavi in alto.
Le Fiji non sono niente di turistico come si pensa, almeno come pensavo io. I resort erano praticamente vuoti, in uno eravamo gli unici addirittura. Un insieme di capanne... fatte di foglie di palma e canne di bambu'. Quando uscivi dalla porta quello che ti si presentava ti spalancava gli occhi...il mare, di mille sfumature diverse...a due passi da te...e se c'era qualcosa che vi separava, era sempre o un'amaca o qualche palma. That's it. La corrente elettrica funzionava solo 4 ore alla sera, poi si girava con la lanterna oppure ti godevi tutta la luce della luna e le stelle. L'acqua calda non l'abbiamo mai trovata se non gli ultimi due giorni a Malolo, isola piu' a sud, dove il resort era fornito di tutto, un villaggio di tutto rispetto. Comodo, pulito, con tutti i confort, palestra all'aperto in riva al mare, piscina, idromassaggio, ping-pong, bar, negozio di souvenir... Il nostro alloggio li non era una la solita capanna ma una vera e propria casetta con soggiorno, cucina e tutto quello che poteva servire. Senza dubbio bellissima... Ma quelle non erano le vere Fiji, quelle avventurose. Almeno, non erano le mie...
Un esempio di accomodation.
Dalla finestra.
Waya Island.
Alla sera i Fijiani sono soliti consumare la "Cava". Bibita del colore della terra, e anche del sapore simile, ricavata dalla radice di non so quale pianta. Effetto rillassante. Evvai. Non bastava il Fiji time... Ci si mette tutti in cerchio e si fa un rituale prima di bere. A turno. Ok, il primo giro si manda giu', al secondo anche, al terzo si corregge. Con vodka o rum che noi avevamo comprato in aereoporto. Troppo organizzati, eravamo al corrente dell'inesistenza di negozi o altro, niente da comprare. E via... correggi la prima correggi la seconda... e la serata si fa divertente...
Ma le Fiji possono essere anche pericolose, molto. Una mattina, a Naviti, ci troviamo con un ragazzo del posto. Ci avrebbe portato a fare snorkling e fishing. Partiamo. Tragitto di mezz'oretta attraversando un boschetto con il solito sentiero quasi impercettibile alla vista e poi sulla spiaggia, poi sugli scogli e poi spiaggia di nuovo. E finalmente ci buttiamo in acqua. Io, Denis, Deddy e l'amico Fijiano. La barriera non mi e' piaciuta molto, niente a che vedere con Sharm el Sheik e Great Barrier Reef ma i pesciolini di mille colori non mancavano... Io mi aggiravo alla ricerca di squali, niente da fare destino vuole che io non li incontri. Gli altri pescavano. O almeno il Fijiano pescava, gli altri tentavano...senza risultati. Dopo un po mi annoiavo e decisi di provare anche io. Insegnatemi. Ok. Sembra facile. Avevo questa specie di fionda con la fiocina lunga ed appuntita... nuotavo dietro al pesce prescelto, prendevo la mira e tiravo. Divertentissimo. Ero presissima, volevo assolutamente prenderne uno ma cavolo se erano veloci. Dopo l'ennesimo lancio mi immergo per recuperare la fiocina. E vengo travolta da una serie di onde che mi trasporta nella parte bassa della barriera. Un'onda, ed un'altra ed un'altra ancora. Soo stata in balia degli eventi per due lunghi minuti. Non potevo nuotare perche' i coralli erano tr vicini e mi tagliavo ogni volta che ci provavo. Non potevo camminare o spostarmi, mi sarei fatta ancora piu' male. Potevo solo stare li e cercare un appiglio ma ogni volta arrivava l'onda maledetta e mi trasportava ancora piu' il la' ed ogni volta urtavo, battevo, cadevo, mi strusciavo contro i coralli e le roccie... I miei amici mi videro in evidente difficolta', fu cosi' che Denis cerco' di venire a recuperarmi ma... stesso copione. Travolto anche lui. Povero. Risultato: uno ho perso la fiocina e non ho piu' potuto provare a pescare nessun pesce e due io e Denis eravamo tagliati dapperttutto, e pieni di lividi. Con l'acqua salata bruciava da morire ma le scene sono state troppo divertenti... me la sono risa tre ore. Deddy e il buddy Fijiano hanno invece proseguito la loro pesca... incontrando uno squalo, che non si capisce come, ma Deddy non ha visto... :-)
Tawewa.
Nanuja Lailai.
Purtroppo non abbiamo potuto fare molte attivita' come dive, shark feeding, night fishing e altro perche' era la settimana di Pasqua e i Fijiani erano alle prese con messe, rituali e altro. Peccato. Fu cosi che nell'isola di Nanuja Lailai, una mattina, decidemmo di andare alla "blue lagoon". Proprio dove hanno girato il film "la laguna blu", quanto avevo sognato da piccola con quel film... Come al solito nessuna indicazione, sapevamo solo la direzione. Ci incamminiamo e dopo un po' ci imbattiamo in quello che forse mi e' piaciuto di piu' di tutto. Una processione. Troviamo un gruppo di Fijiani che portavano una croce in spalla e camminava sulla spiaggia. Tra il mare e le palme. Paesaggio bellissimo. Il loro ritmo lento e le loro canzoni rendevano il tutto ancora piu' suggestivo. Se tutte le messe fossero cosi. Mi aggregai a loro e proseguii verso la lagoon. Avrei tanto voluto le mie nonne li con me... Ho apprezzato ogni istante di quel tragitto. La mia Pasqua e' trascorsa così, non potevo chiedere di meglio.
Le giornate trascorrevano lentamente. E le serate ancora di piu'. Ogniuno di noi cercava a modo suo di catturare l' essenza vera di quei luoghi cosi lontani dalla nostra quotidianita' e di inciderne il senso dentro di se'...
Malolo.
Tawewa.
Unico tasto dolente: il tempo. Purtroppo era stagione delle pioggie e di giornate di sole ne abbiamo prese solo due. Senza sole i colori si smorzavano un po', nelle foto, non per me che li ho vissuti... Ma si sa... le foto non rendono, possono solo far immaginare quel tantino... credetemi, non e' mai abbastanza...
Momento sportivo di Denis e Deddy.
Giochi di nuovole.
Dall'aereo.
New Caledonia. Incontrata durante il volo di ritorno.
L'ennesima esperienza positivissima. BULA!
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