Bangkok, I really don't know.
Bangkok: bella, brutta, deludente, sorprendente...potrei stare qui un bel po a dire un aggettivo e subito dopo ripensarci e dirne il perfetto contrario...forse perche' li per li penso una cosa ben precisa e poi riflettendoci un attimo ne vedo tutti gli aspetti, negativi e positivi...quindi meglio dire: Bangkok, un bel punto di domanda!
Arrivata in aereoporto, quel ormai lontano 1 giugno, ho pensato solo: datemi una panchina, datemi una branda, datemi qualcosa ma fatemi dormire...dovevo passare li le prime due notti.
Le mie compagne di viaggio sarebbero arrivate un poco alla volta.
Le prime erano Erica e Monica, direttamente dalla Val di Non. La prima una mia grandissima amica e l'altra mia cugina.
"Ho lasciato l'Australia con un senso di tristezza che mi ricordero' sempre.
Quando stavamo per decollare ho solo pensato di fare un salto giu' da quell'aereo, fare quella marcia indietro o quell'inversione che piu' volte mi è capitato di desiderare ma questa volta e' stata diversa dalle altre, è stato solo un pensiero accompagnato da mille flash, mille ricordi del favoloso anno che ho trascorso li, ma quel senso di tristezza è stato rimpiazzato velocemente dalla gran voglia di viaggiare che mi tenevo dentro da piu' di un mese ormai.
Il ragazzo seduto vicino a me leggeva lettere, cartoline e uno strano libro, e piangeva...avrei voluto dirgli che lo capivo perfettamente ma me ne sono stata zitta, con lo sguardo fisso fuori dal finestrino e accennando un sospiro ogni tanto...
Sono arrivata a Bangkok in tarda serata e ho subito scelto la panchina che mi avrebbe ospitato nella notte. Non posso dire di aver dormito ne riposato, ricordo solo un gran freddo.
La mattina dopo sono arrivate, le mie italiane.
Rivederle e' stato bellissimo, un abbraccio che profumava di casa mia.
Una strana sensazione, ed è stato incredibile scoprire che dopo 10 minuti sembrava di non averle mai lasciate, per un attimo ho potuto immaginare in maniera piu' concreta quello che provero' una volta arrivata in Italia. Sara' come non essere partita, tutto uguale come alla fine e' normale che sia. E' stato bello pero' sedersi con loro davanti ad un cappuccino e parlare di un po tutto e niente.
Delle loro storie e delle mie.
Around the Grand Palace.
The real nonese. Erica, Monica and me.
Finito il cappuccino, date le valigie in consegna, contrattato il taxi e via verso la city, prima destinazione Grand Palace. Come primo tempio direi proprio niente male vero? Mi è piaciuto moltissimo anche se era pieno di turisti e non c'era una grand atmosfera. Ma come in questi casi mi piace fare provo ad immaginarmelo deserto e se l'atmosfera non c'è me la creo, nella mia testa!
Il Grand Palace era la residenza reale e la sua sfarzosita' ne è la prova. I colori degli edifici sono vivacissimi ed impreziositi da tutto quell'oro. Abbiamo trascorso il resto della giornata facendoci scarrozzare in giro da un tuk tuk. Cosa che era d'obbligo ma che sarebbe meglio quasi evitare e prendere un piu' tranquillo taxi, guidano come i cani, il traffico è incredibile e lo smog ancora di piu'. Non è simpatico trovarsi il tubo di scarico di un camion davanti alla faccia quando sei fermo al semaforo ma pazienza, ci siamo fatte una risata!
We loved him.
Poi un bel giretto a Chinatown, e anche se sporca a me è piaciuta un sacco, passeggiando nelle viottole strette e sudice e cercando di indovinare che cavolo stavano cucinando?? Naturalmente avrei voluto propvare di tutto, non curandomi di malattie o altro ma il mio stomaco mi chiede pieta' ormai da 5 mesi quindi a malincuore ho dovuto rinunciare.
Monica ed Erica ne lamentavano l'odore, io non ci facevo caso.
Le vie erano lunghe e strettissime con ai lati tutte queste bancarelle, pentoloni per terra, un sacco di gente e un bel po di caos.
Chinatown. The caos.
Nel tardo pomeriggio abbiamo noleggiato una barchetta tutta per noi e siamo partite per una crocierina di un'ora e mezza sul fiume. Ce la siamo goduta tutta raccontandocela tutto il viaggio e nel frattempo ammirando quello che ci circondava. Le palafitte, i ragazzini che facevano il bagno vestiti e salutavano allegramente, i mille templi che incontravamo. Gli ambienti poverissimi e sporchi, dentro le case si intravedevano le persone cenare seduti per terra. Ci siamo fermate anche in un piccolo zoo, tristissimo e tutto buio. Le gabbie tenute malissimo e credo pure gli animali. Siamo tornate poi in aereoporto dopo aver provato il primo massaggio thailandese, era buio ormai ed eravamo sfinite."
Testo tratto dal mio diario di bordo.
Dormimmo in aereoporto anche quella notte aspettando Viola e Gaia. La mattina dopo, di buon ora avevamo il primo volo verso Chiang Mai ma quella è un'altra storia.............
A cruise around Bangkok.
Good night my friends.
Ho passato a Bangkok i primissimi giorni e gli ultimissimi giorni del mio mese in Asia. Gli ultimissimi giorni...me li ricordo perfettamente e anche quel agitazione e quel dovermi preparare per tornare a casa, ero veramente alla fine e me ne stavo rendendo conto.
Era l'uno luglio e come esattamente il mese prima atterravo a Bangkok ma forse un po piu consapevole, un po piu ricca dentro e povera nel portafogli... Mancavano solo due giorni neanche al mio volo per l'Italia, c'era proprio il tempo per una giornata in un enorme centro commerciale e una serata a Bangkok.
Durante il viaggio io e Viola abbiamo letto un libro "Miss Bkk" una storia vera di una prostituta Thailandese. Raccotava del suo sfruttamento, del suo dolore, della rabbia e dell'umiliazione.
Parlava anche dello spettacolo chiamato "Ping Pong" che danno queste ragazze nella zona nota Patong, zona famosa per la prostituzione. Per curiosita' siamo andate a vederlo in compagnia di Manolo. Sembrava quasi una via come un altra, piena di bancarelle ma ai lati le mille insegne dei club night attirano l'attenzione. Le porte dei vari club sono aperte quindi ci puoi dare velocemente uno sguardo e renderti conto di quanto triste sia la situazione delle ragazze che lavorano li. Noi siamo entrati in un club veramente squallido, ma bene o male anche gli altri non erano allestiti molto meglio. Uno spoglio palco in mezzo alla sala, la zona bar lo circondava e poi sgabelli e divanetti, nient'altro. Abbiamo assistito allo show con tristezza. Le ragazze avevano l'aria di chi si sta per umiliare per l'ennesima volta. Forse partivo gia' con un'idea a causa del libro perche' so cosa provano queste ragazze e perche' lo fanno. Immagino che tra di loro ci sia qualcuna che lo faccia per avere soldi facili e veloci ma la maggior parte è costretta, ha una famiglia da mantenere e un sacco di seri problemi. Avrei voluto lasciargli tutti i soldi che avevo se fossi stata certa che le loro storie erano come quella della protagonista del libro e che i soldi fossero rimasti a loro, senza dividerli con i proprietari del bar a cui sempre devono lasciare delle commissioni molto alte. E avrei voluto anche augurare a tutte loro un in bocca al lupo, per cambiare, per migliorare, per trovare il coraggio di scappare via e rischiare..
20 agosto 2008
Iscriviti a:
Post (Atom)